Ciò che dobbiamo imparare a fare, lo impariamo facendolo
(Aristotele)

Civiltà cretese

CIVILTÀ CRETESE
·         Periodo PREPALAZIALE (2500-2000 a.C.). In questo periodo, antecedente la realizzazione dei palazzi, i cretesi costruivano edifici in mattoni crudi, dipingevano gli intonaci dei vani interni e avevano sviluppato una tecnica ceramica vicino allo stile detto di Kamàres.
Stile Kamares
·         Periodo PROTOPALAZIALE (2000-1700 a.C.). In questo intervallo di tempo vengono edificati i grandi palazzi nelle città di Cnosso, Festo e Màllia. Gli edifici erano organizzati attorno a uno spazio centrale scoperto a pianta rettangolare; i diversi ambienti erano situati su vari livelli e assecondavano la pendenza del terreno su cui sorgevano. Il periodo protopalaziale è caratterizzato anche dalla produzione di ceramiche dalle pareti sottilissime dette, perciò, a “guscio d’uovo”. Un particolare tipo di ceramica è quello in stile di Kamàres, il cui nome deriva dalla grotta ove sono stati trovati i primi reperti. I colori usati sono il giallo, il rosso e il bianco su fondo nero; i motivi principali sono costituiti da decorazioni esclusivamente geometriche (linee curve, spirali e cerchi).
Dea dei serpenti
·         Periodo NEOPALAZIALE (1700-1400 a.C.). In questo periodo, il più documentato, vengono riedificati i primi palazzi andati distrutti, forse a causa di invasioni e di un violento terremoto. Le testimonianze più significative della civiltà cretese, sono date dai resti dei palazzi di Cnosso, Festo e Màllia. Nelle grandi “città-palazzo” si svolgeva la vita politica, amministrativa, sociale e culturale; oltre al sovrano e alla sua famiglia, vi risiedevano funzionari, amministratori, artigiani e schiavi, mentre i lavoratori agricoli vivevano in piccoli centri, per lo più localizzati nella parte centro-orientale dell’isola; andavano in scena spettacoli di vario tipo, vi si svolgevano attività ginniche e cerimonie di carattere religioso. Mancavano di mura difensive in quanto il mare e la potente flotta erano sufficienti a proteggere le città. Nel Palazzo Reale di Cnosso sono stati rinvenuti diversi porticati sorretti da colonne dipinte con colori vivaci, formate da un fusto liscio, di forma tronco-conica, rastremato verso il basso. I capitelli, elementi d’interposizione tra i fusti delle colonne e gli architravi, sono costituiti da due elementi: l’abaco e l’echino. All’interno del palazzo di Cnosso, particolarmente negli ambienti reali, sono stati rinvenuti diversi affreschi con raffigurazioni di tipo naturalistico; i soggetti rappresentati fanno riferimento al mondo vegetale (fiori e piante), al mondo animale (polipi, delfini, stelle marine, molluschi, tori ) ed ancora, gare atletiche, cerimonie religiose, tauromachie, danze rituali. Le figure appaiono contornate da profili sinuosi, colorate con tinte chiare e luminose, sempre chiaramente contrastanti rispetto al cromatismo degli sfondi. In questo periodo, in campo ceramico vi fu un’intensa produzione di statuette votive realizzate in terracotta smaltata. Tra le opere più conosciute, vi è la statuetta della cosiddetta “Dea dei serpenti”, una delle divinità “della terra”, o del “sottosuolo”; essa è rappresentata con un tipico abito a falde ricadenti, bloccato ai fianchi da un elemento a forma di sella che parrebbe realizzato con una stoffa più pesante. Uno stretto corpetto comprime e lascia scoperti i seni, mentre le sue mani mostrano e stringono due serpenti. La produzione ceramica assume forme più libere rispetto al precedente periodo. L’aspetto più importante e innovativo di questo periodo è dato da un nuovo stile Gurnià, più realistico dello stile Kamares.
Brocchetta di Gurnià
      L’esempio più conosciuto e rappresentativo di questo stile della produzione vascolare di questo periodo, è la cosiddetta “Brocchetta di Gurnià”. La brocchetta è caratterizzata dalla figura  di un grande polipo immerso nel suo ambiente naturale che, tra alghe e pezzetti di corallo sospesi nell'acqua, sembra avvolgere coi suoi tentacoli la superficie del vaso.·        

Periodo POSTPALAZIALE (1400-1100 a.C.). L’ultima fase della civiltà cretese si svolge dopo l’espansione delle popolazioni achee, che portò alla totale distruzione dei nuovi palazzi. La produzione artistica non fu più creativa: le forme si assestarono su quelle più commerciali e le decorazioni divennero sempre più ripetitive. L’arte si trasformò in raffinato artigianato. 

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